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Il Museo Etnografico del mulino Nuovo

Nell'ex silos del mulino, locale originariamente destinato alla conservazione dei cereali, dal 2002 sono ospitati diversi allestimenti museali realizzati nel rispetto della caratteristica architettura degli spazi: qui si conservano ancora le antiche tramogge delle celle granarie.

 

Il territorio e le acque

I corsi d'acqua settimesi, il fiume Po, la forza dell'acqua utilizzata come energia per i mulini e le diverse attività sviluppate lungo il loro percorso sono i protagonisti dello spazio espositivo. Il piano si divide principalmente in due aree tematiche. Potrete approfondire gli aspetti naturalistici, ambientali e culturali della nostra area fluviale e conoscere lo sviluppo tecnologico dell'attività molitoria, dai mulini natanti ai mulini industriali. Particolare attenzione è dedicata agli impianti molitori dei rio Freidano e al Mulino Nuovo.

Il periodo storico scelto per la narrazione è quello di fine Ottocento, epoca chiave dello sviluppo di queste attività produttive e del loro lento passaggio verso un'epoca industriale.

Appena entrato, il visitatore, trova di fronte a sè una grande ruota a pale in funzione, con il canale d'acqua che attraversa trasversalmente il locale e la alimenta. Tra gli altri coinvolgimenti espositivi si trovano pannelli grafici interattivi, un acquario, video, racconti da ascoltare e alcuni giochi multimediali.

 

Macchingegno

 

   

 

Nel piano terra dedicato alle acque è ospitata anche 'Macchingegno': installazione multimediale interattiva su lavoro, scienza ed energia tra il XVI e il XIX secolo a cura di Cnr-Ircres. Oltre all'installazione è possibile visionare il video introduttivo 'Patrimonio culturale, ingegno e tecnologia: dall'energia muscolare all'energia atomica verso l'energia pulita e rinnovabile’.

Scopri di più sul progetto: Le macchine che producono energia. Fonti storiche nella biblioteca tecnico-scientifica dell’IRCrES

 

 

 

I luoghi del lavoro

 

Fondo Cottino  Bottega della Canapa  Bottega della Pesca  

 

Il piano è caratterizzato dal museo etnografico con sei botteghe dedicate agli antichi mestieri di Settimo: la pesca, la lavorazione della canapa, i lavandai, le fornaci, la lavorazione dell'osso e della penna.

I mestieri trovano spazio su pedane tra di loro collegate da un sistema di trasmissione con ruote, cinghie e pulegge in rotazione che trasmette ad ogni bottega la forza motrice idealmente creata dalla ruota posta al piano terreno.

Per ogni bottega è possibile osservare gli oggetti caratteristici inerenti al mestiere rappresentato. Ogni pedana è inoltre dotata di un tablet ricco di filmati e fotografie grazie a cui si possono avere ulteriori informazioni sulla storia del mestiere stesso.

 

Questa sezione ed il suo scopo di "mantenere viva nel tempo la memoria storica materiale" è state creata dalle donazioni e dalla raccolta di oggetti e testimonianze territoriali iniziata nel 1995, che ha portato all'esposizione nella pieve di S. Pietro intitolata "Gli oggetti della memoria".
Tale esposizione ha rappresentato il punto di partenza di un percorso che ha portato all'inaugurazione dell'Ecomuseo del Freidano, adoperato dal G.R.E.S. - Gruppo Ricerche Etnografiche Settimesi (nato ufficialmente nel 1997, ma operante sul territorio già dal 1994).       

 

 

 

 

La collezione del '900

 

 

Al secondo piano della struttura che accoglieva i silos, trova il naturale collocamento la parte di collezione dell'Ecomuseo che si presenta come punto di riferimento per le realtà produttive e aziendali del territorio, raccontando una parte più vicina alla memoria storica collettiva riguardante l’industrializzazione del XX secolo che ha fortemente connotato la città di Settimo.